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Ferratura

Terminato il pareggio, il maniscalco sceglie il ferro di dimensioni e di forma più adatta allo zoccolo, lavorandolo con la mazza e l'incudine, se necessario, a caldo o a freddo, fino ad ottenere la migliore corrispondenza possibile. Per verificare la presenza di un contatto perfetto fra la superficie inferiore della muraglia e la superficie superiore del ferro, il maniscalco può procedere alla cosiddetta "ferratura a caldo"; applica, cioè, il ferro arroventato allo zoccolo stesso, verificando che l'azione del calore lasci una traccia omogenea e continua in tutto il perimetro del ferro.

Ottenuta la maggiore corrispondenza possibile fra zoccolo e ferro, il maniscalco procede all'inchiodatura, utilizzando particolari chiodi di ferro dolce infissi obliquamente nei vari strati della muraglia ed affioranti a 15–20 mm dal margine inferiore dello zoccolo. Dopo un adeguato accorciamento della parte sporgente, la punta dei chiodi viene ribattuta verso il basso.

In caso di necessità, il tipo di ferro o le modalità della ferratura possono variare; una variante abbastanza frequente è l'applicazione di una soletta, ossia di un pezzo di cuoio robusto interposto fra ferro e muraglia ed esteso all'intera superficie della suola.

La larga maggioranza dei cavalli da sella e da tiro viene ferrata al momento dell'inizio dell'attività, sulla base di un punto di vista comune basato su argomentazioni ampiamente condivise; è proprio in base a tali argomentazioni che la ferratura viene definita "un male necessario".

Recentemente, sta emergendo un punto di vista alternativo, ancora minoritario, che sostiene che la ferratura è "un male non necessario".

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